Nel punto più meridionale della Svizzera, ai 230 metri di altitudine di Chiasso, il Ticino confina con l’area delle colline lombarde del Comasco e del Varesotto che più a Sud si concludono nella pianura del Po. A Nord, si trovano invece villaggi fino a 1500 metri e montagne che superano i 3000 metri d’altitudine. Singolarità che fanno del Ticino uno dei cantoni geograficamente e culturalmente più variati della Svizzera.

Nel punto più meridionale della Svizzera, ai 230 metri di altitudine di Chiasso, il Ticino confina con l’area delle colline lombarde del Comasco e del Varesotto che più a Sud si concludono nella pianura del Po. A Nord, si trovano invece villaggi fino a 1500 metri e montagne che superano i 3000 metri d’altitudine. Singolarità che fanno del Ticino uno dei cantoni geograficamente e culturalmente più variati della Svizzera. Anche le antiche costruzioni contadine riflettono queste diversità.
Le aree collinose del Mendrisiotto e del Luganese erano un tempo costituite da latifondi, da grossi villaggi con case a corte e da masserie isolate di tipo lombardo. Una di esse, la Masseria di Novazzano (851), è stata traslata al Ballenberg nel 2002. Le famiglie di contadini mezzadri a cui era affidata questa masseria hanno per secoli coltivato i cereali e la vigna, poi il gelso e il granoturco (carlón, formentón, melgón), ma tenevano pochi capi di bestiame e solo per uso domestico.
Nelle aree montagnose del Sottoceneri – come in Valle di Muggio, in Capriasca e nell’Alto Malcantone – si incontravano invece case più piccole concentrate in abitati compatti immersi in una campagna di campi terrazzati e spesso vitati, suddivisa in minuscoli appezzamenti e circondata da selve castanili. Nelle zone più alte era praticato anche l’allevamento.
Varcato il Ceneri, incomincia la regione alpina ticinese caratterizzata da valli impervie come l’Onsernone e la Verzasca. Dove i pascoli d’alta montagna erano abbondanti, i contadini-pastori erano piccoli proprietari liberi organizzati in comunità che praticavano l’allevamento del bestiame e anche una campicoltura intensiva, irrinunciabile per il fabbisogno domestico. Le risorse erano limitate e, fino al XX secolo, le condizioni di vita rimasero precarie e l’emigrazione stagionale elevata.
A dimostrazione delle affinità culturali con le aree confinanti dei Grigioni, del Vallese e della Svizzera centrale, anche nelle valli settentrionali del Ticino si trovano costruzioni di legno a castello di carattere alpino. Molti di questi edifici risalgono al tardo Medioevo, per esempio la Casa d’abitazione di Malvaglia/Serravalle (821) e la Torba di Campo (832). Fatta eccezione di qualche grande stalla-fienile moderna, da ormai più di cento anni non vengono più costruite abitazioni o stalle di legno ormai scalzate dagli edifici in muratura.










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